È un luogo comune trito e ritrito, ma anche una verità con cui tutti facciamo i conti: il tempo passa per ogni cosa. Per quanto un ascensore sia ben progettato e realizzato, coi materiali migliori e le tecniche più efficienti, verrà il momento in cui avrà bisogno di essere riammodernato.
E se pure le componenti meccaniche e i dispositivi di sicurezza possono durare molti decenni (se ben manutenuti) il design e la tecnologia si evolvono continuamente. È naturale, quindi, il desiderio di vedere svecchiato il proprio impianto.
Alcuni mesi fa ci siamo occupati di un ascensore elettrico in funzione già dal 1966 in un condominio di Falconara Marittima, in provincia di Ancona.
Oltre alle componenti obsolete, che rendevano impossibile una buona manutenzione, erano presenti diversi altri problemi che abbiamo risolto brillantemente proprio attraverso un ammodernamento.
La situazione di partenza
L’impianto consisteva in un ascensore di condominio, a fune e ad una sola velocità, che serviva 5 piani.
La cabina, prima del nostro intervento, era del tipo utilizzato una volta, in legno, con portine da aprire a mano che consentivano uno spazio di ingresso ed uscita piuttosto limitato (parliamo una luce di apertura di circa 60 cm). Le porte di piano erano a battente, anch’esse da azionare manualmente.
Oltre all’accesso difficile dovuto agli spazi ristretti e alla scarsa praticità dell’apertura delle porte, la fermata al piano non era perfettamente allineata. Ad ogni livello, si ripresentava un effetto “gradino” di diversa gravità, a seconda del peso totale trasportato di volta in volta dalla cabina.
Tali problemi impedivano l’accesso all’impianto da parte di persone affette da disabilità, soprattutto in caso di utilizzo di una sedia a rotelle.
Inoltre, dal punto di vista meccanico l’ente preposto alla verifica biennale dell’ascensore aveva prescritto la sostituzione del gruppo di trazione motore/argano, a causa dell’elevata usura dei componenti. Purtroppo, sia il quadro di manovra che l’argano avevano oltre 55 anni, il che rendeva impossibile reperire i pezzi di ricambio sul mercato.
Per tutti questi motivi, il condominio aveva deciso di pianificare un intervento straordinario di manutenzione ed ammodernamento di tutto l’impianto. L’operazione non avrebbe dovuto riguardare solo il problema dell’obsolescenza meccanica, ma anche quello di una migliore utilizzabilità, in primis per i disabili.
Siamo stati dunque chiamati per progettare una soluzione personalizzata che risolvesse tutti i problemi che abbiamo descritto.
I nostri interventi d’ammodernamento
Per prima cosa, abbiamo installato un nuovo gruppo di trazione motore/argano, decisamente più moderno. Le porte di piano sono state sostituite con modelli attuali, dotati di apertura automatica e ampiezza di passaggio maggiore, circa 75 centimetri.
Sul fronte della cabina, ne abbiamo montata una nuova, molto più spaziosa (parliamo di quasi un metro quadrato) e dotata di porte automatiche più larghe.
Per consentire l’allineamento preciso della fermata ai piani e per gestire le nuove tipologie di porte di piano e di cabina, abbiamo aggiunto anche un quadro elettronico di manovra di ultima generazione.
Infine, ogni piano è stato dotato di bottoniere di chiamata in acciaio e di display elettronico.
I risultati
In conclusione i clienti, compreso l’amministratore di condominio, sono rimasti molto soddisfatti del lavoro eseguito.
Nonostante la nuova cabina non avesse i requisiti per essere considerata “superamento delle barriere architettoniche” (le proporzioni avrebbero dovuto essere leggermente diverse e non c’era spazio), si è comunque trattato di un ottimo compromesso, che ha consentito a tutti un utilizzo più agevole.
Soprattutto, le persone hanno apprezzato i nostri consigli nella fase di progettazione, compreso l’affiancamento per la scelta delle giuste tipologie di prodotti e per gli abbinamenti di materiali e colori delle porte e della cabina.
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